domenica 30 gennaio 2011

ANGEL


Dentro la chiesa dell'abbazia di Santa Giustina di Padova scorgo un particolare di affresco con donna e angelo.
Nessuna informazione trovata ma non mi serve, mi intriga immaginare che i due personaggi siano complici, anche se non so di che. Nel vaso ho messo dell'uva, chi si ubriacherà? 

martedì 25 gennaio 2011

CIAO VALERIO. 25 GENNAIO 2011


Starfleet to scoutship, please give your position, Over. 

I'm in orbit around the third planet from the star called 

the sun. Over. 

You mean its the earth? Over. 

Positive. It is known to have some form of intelligent 
species. Over. 
I think we should take a look. 



Secret 

Oh, secret 
Oh 
Shhhh... 



Valerio Pistoia  mio papà  



Valerio Pistoia  who by fire



luglio 2010, Valerio accende una candela









arrivederci, jimi e zita

lunedì 24 gennaio 2011

DA NICK. Riscoperto quadro dimenticato

Oggi sono passato nello studio di architettura del mio amico Nicola Chiavarelli, e tra i quadri appesi alle pareti con mio grande stupore ho riscoperto una cosa che avevo proprio dimenticato.
 Un pezzo del 1999, TOY 012, acrilico e calcomania su legno di abete grezzo.
Mi piace ancora.
Nick è proprietario anche degli altri pezzi qui sotto mostrati.




BILLIE

1999

HP 2003

SOUL MAP # 1 - 2000

TOY 012 - 1999

CASONE. Acquerelli


palazzo Someda 
Stalla Granda

MADONNA ALGERINA


Omaggio alle donne algerine



sabato 22 gennaio 2011

FACES. Acquerelli sparsi.



visi. lovely faces.


billie #1 

billie # 2

nuages-graziella

meno merlo

travis

rocket in my pocket -  zita

LA COMETA HALE-BOPP. Il narciso è un fiore profumato?


Trattasi di un narcisistico autoritratto multiplo con complicazioni.
Lo inserii nella mostra di quell'anno controvoglia, ritenendolo
 troppo personale, fuori tema, ma fu il primo venduto la sera della prima.

HALE-BOPP acrilico su tela 1997    cm100x150 ca

giovedì 20 gennaio 2011

EVERYTHING MUST GO. Acrilici su damaschi. 2003


Mostra personale di Jimi e Zita del 2003 tenutasi al Palazzo Someda a Fiera di Primiero.
L'idea era di fare una mostra in armonia tra due persone, entrambe creative pur se in campi diversi.
Mia moglie Zita, tessitrice, doveva creare delle stoffe damascate e tessute a mano, io mi sarei 
occupato del dipingerle.
Il titolo della mostra, mutuato da quello di uno dei quadri, era un brano del gruppo Steely Dan, ai quali avevo preso in prestito anche le musiche per la colonna sonora.















domenica 16 gennaio 2011

RITRATTO DI SILVIO ALCHINI. Acrilico 2004

Piccolo esempio del mio procedere alla realizzazione di un dipinto acrilico.

Questo è il ritratto che ho fatto nel 2004 al mio amico scultore e pittore Silvio Alchini.
Silvio, nel lontano 1970 mi aveva accolto come improvvisato garzone nella sua bottega di scultura perché mosso a pietà dal racconto che mia sorella gli aveva fatto della mia tragica condizione esistenziale: all'epoca avevo 14 anni e per le vacanze estive, finita la scuola, mia sorella su richiesta di mio padre aveva trovato per me un impiego come aiutante fotografo in un negozio gestito da amici di famiglia.
Dovevo aiutare a sviluppare le pellicole, ritoccare le stampe in bianco e nero delle fototessere, ( potevo usare un bellissimo set di acquerelli che andava dal bianco al nero seppia con almeno una dozzina di tonalità intermedie di grigio, e dei pennellini talmente minuscoli da poter ritoccare le pupille dei soggetti immortalati, era un bellissimo lavoretto estivo...) ma io che ero un mezzo disgraziato, invece che al lavoro certi pomeriggi andavo al laghetto a fare il bagno con gli amici, vuoi mettere, finché non fui licenziato.
Lucia, mia sorella, della quale avevo una certa soggezione essendo lei otto anni più grande di me, per non dover rivelare a mio padre il fattaccio, chiese al suo amico Silvio di tenermi per l'estate praticamente nascosto nel suo ateliér durante l'orario in cui  mi si credeva al lavoro.
Silvio accettò. Un giorno la sua compagna di allora, (faceva anche lei la scultrice anche se non con i risultati di Silvio) gli chiese di prepararle i calchi in gesso di due teste che aveva modellato nella creta, ma Silvio che non aveva nessuna voglia di distogliersi dal suo lavoro passò quest'incombenza sulle mie spalle, mostrandomi distrattamente come dovevo fare.
Io, orgoglioso di poter contribuire me ne feci carico, ma per inesperienza non mi riuscì di amalgamare il gesso con la dovuta consistenza e neanche posizionai bene le lamelle di acciaio che dovevano servire a spaccare in due parti il calco, sta di fatto che quando Silvio provò ad aprirli andarono in pezzi ed anche i modelli originali in creta ne uscirono piuttosto malconci.
Non vi dico la scenata della donna, che aveva tutte le ragioni per andare su tutte le furie, ma Silvio non le disse nulla del mio operato, e si addossò tutta la colpa. Fu grande, e quando anni dopo gli capitò di dover rimanere su una sedia a rotelle ne soffrii molto, ma ancora è stato grande poi nel tenere duro.
Di allora, quell'estate da quattordicenne nell'ateliér, ricordo il mio primo sentire de La buona novella di DeAndrè, e ricordo che ne rimasi profondamente colpito tanto che poco dopo sapevo suonare e cantare tutte le canzoni dell'album. Le cantavo a casa, dove in compagnia dei suoi amici mio padre fingeva di scandalizzarsi, ma io sapevo che gli piacevano, che anche lui era un poeta, pur se aveva scelto l'idioma dialettale, ed era di animo buono e gentile.
E qualche anno fa Silvio mi ha chiesto di fargli un ritratto.
Questo è il risultato, sono partito da un fondo di terra bruciata e dopo aver tratteggiato il disegno ho cominciato a colorare. Le foto spiegano il procedere.










silvio    2004

HAUNTING PATTERNS AND OTHER OBSESSIONS. 1993

Nel 1993 allestii una mostra personale dal titolo Haunting patterns and other obsessions. Avevo prodotto una gran quantità di lavori di varia natura: dipinti in varie tecniche, incisioni e sculture in legno, acrilici e disegni a matita.
Unico comune denominatore era il tema della rappresentazione, che era costituito da un motivo grafico ossessivo, ripetuto o singolo, un quadrato contenente due figure di donna, speculari e contrapposte.

il pattern

Questo simbolo di dualità aveva a che fare con una riflessione personale in un momento particolare della mia vita. La solita storia dell'impossibilità del scegliere tra due visioni contrapposte, poi lo yin e lo yan, male-bene, bianco-nero, le due facce della stessa medaglia, dark side of the moon...insomma la solita ( forse banale ) questione conosciuta ai più. Ma ricordo che trasferire le emozioni dall'anima alla materia fu per me un rito salvifico.
Metto qui una scelta dei lavori (quelli di cui possiedo ancora la documentazione fotografica).

Snakes - acquerello 1993

In My Solitude - acquerello 1993

Queen Of Hearts # 1 - acquerello 1993

Queen Of Hearts # 2 - acquerello 1993

Couple - acquerello 1993

HP1 - acquerello 1993

HP2 - acquerello 1993

HP3 - acquerello 1993

Angolo di riflessione - acquerello 1993

Night fly - acquerello 1993

Twin Ways - legno, pietra, ottone 1993

Haunting pattern # 1 - abete, noce, foglia d'oro 1993

Haunting pattern # 1 -  noce, foglia d'oro 1993

Calla - acquerello 1993

Doppio taglio - acquerello 1993

Il bacio - inchiostro di china, acquerello 1993

Zita - acquerello 1993

Blonde on brown - acquerello 1993

In A Sentimental Sea - inchiostro di china, acquerello 1993

Mount Shine - acquerello 1993

Pedras - pietra, stucco, ottone, plexiglas 1993

Spola lunare - ciliegio, larice 1993